I presidenti del Comitato nazionale dell’Agesci a conclusione del maxi raduno di 18mila capi scout: formiamo uomini e donne capaci di fare del loro meglio al servizio di tutti.
Un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza. La Route nazionale Agesci che si chiude domenica con la Messa presieduta dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, sarà uno snodo fondamentale per il cammino che attende lo scautismo italiano, che da Verona torna confortato e motivato.
Al centro del confronto dei quattro giorni un tema intimo come la felicità, ma dai 18mila radunati a Villa Buri sono risuonati messaggi che sanno di sfida e tengono insieme l’educazione, la cittadinanza, la responsabilità, la fede. Perché la felicità «si realizza attraverso una costante assunzione di responsabilità e un’autentica apertura verso gli altri», dicono i presidenti del Comitato nazionale Agesci, Roberta Vincini e Francesco Scoppola, anticipando le conclusioni che pronunceranno domenica mattina, davanti – tra gli altri – al vice premier Tajani.
«Penso di stare nel posto più bello del mondo», racconta Chiara, una giovane capo scout dagli occhi azzurri e dal sorriso coinvolgente. Una frase che pronuncia con il cuore, rivolgendosi alla sua Comunità Capi. Chiara è una dei 18mila, orgogliosamente parte di un’associazione con cinquant’anni di storia, che ha affrontato numerose sfide, molte difficili alcune critiche. Tuttavia, le ha superato quasi tutte, anche se magari ancora non vinte…..