In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Commento al Vangelo
I capitoli del Vangelo di Giovanni, in cui questo testo è inserito, ci presentano un momento di forte tensione tra Gesù e i suoi avversari. Il vero imputato in questo falso processo è Gesù stesso o forse addirittura la misericordia di Dio. I giustizialisti non possono accettare questo perdono senza limiti predicato da Gesù: qualcuno va pure condannato, altrimenti viene meno la loro ragione di esistere. L’unica cosa che si può fare con gli scribi e i farisei di ogni tempo è rovesciare il gioco, trovando il modo per aiutarli a guardarsi dentro. È esattamente quello che fa Gesù in questo racconto. Il Vangelo descrive questa dinamica attraverso i movimenti di Gesù: quando scribi e farisei arrivano, Gesù è seduto (cf Gv 8,2b), si trova cioè nella posizione della Sapienza che giudica nel tribunale. Gesù si china poi a scrivere per terra (cf Gv 8,6b). Non sappiamo cosa abbia scritto, ma, vista la reazione dei suoi interlocutori e sapendo che sono esperti della legge, possiamo ipotizzare che abbia scritto quei precetti della legge che essi conoscevano bene. In altre parole, Gesù ha messo davanti a loro uno specchio, affinché si potessero vedere: il fatto che scribi e farisei, che adesso vogliono giudicare, non siano stati colti in flagrante, non li rende meno peccatori di questa donna. Gesù li aiuta dunque a fare quello che da soli non riescono a vivere, li aiuta cioè a guardarsi dentro, per rendersi conto che non sono meno peccatori degli altri. Gesù li mette in contatto con quella parte oscura che si portano dentro e che non volevano vedere. (G. Piccolo)