Primato della Parola, centralità dell’eucaristia, urgenza della carità: attorno a questi tre punti nodali si snoda sia la visita che papa Francesco ha compiuto alla Chiesa di Bologna il 1° ottobre scorso sia la lettera pastorale che mons. Zuppi ha inviato, a conclusione del Congresso eucaristico diocesano, alla Chiesa e alla città di Bologna.
– Mons. Zuppi, qual è la priorità?
«La centralità dell’eucaristia. Qui si rivela il mistero cristiano e la sua proiezione sulla città degli uomini. L’eucaristia è la presenza di un Dio che continua a spezzarsi e versarsi per i suoi e per quei “tutti” ai quali pensa e che ci affida. L’eucaristia è la Pasqua di Gesù che raggiunge in ogni tempo tutti i luoghi della storia, anche della nostra storia, misera e contraddittoria com’è. L’eucaristia si fa storia e ci insegna a entrare nella storia. È la concreta modalità con cui l’amore di Dio, nel sacrificio di Cristo, si rende presente e opera nel nostro cammino. Come potrebbe non riguardare anche noi, questa nostra città, la sua vita, le persone che l’abitano? Essa ci aiuta a incontrarle con i sentimenti di Gesù, con la sua stessa misericordia, l’unica che permette di vederle.
Dall’eucaristia, poi, al primato della Parola. Essa riguarda l’interiorità della fede che si nutre della Parola. Diceva san Giovanni Crisostomo che per “diventare cristiani adulti occorre imparare l’intimità con le Scritture”. Come Chiesa di Bologna, nel prossimo periodo, dovremo andare alla scuola della Parola, metterla in cattedra, ascoltarla, meditarla, impararla, viverla.
La Parola sine glossa, esigente e personale, possibile e umanissima, deve diventare una buona prassi pastorale. È creativa e ci trasformerà come noi non riusciamo a immaginare. È lei che aprirà tutti i piani e i programmi e non viceversa, perché ci fa correre come i due discepoli di Emmaus, facendoci ardere il cuore d’amore. La Parola genera speranza, è la nostra scuola d’identità.
Poi l’urgenza della carità. Che è l’urgenza della storia. Attraverso la carità percepiamo l’urgenza della vita. Quando Gesù dice ai discepoli di fronte alla folla: “Voi stessi date loro da mangiare” (Mt 14,16), dice: siate voi stessi Vangelo. Non è vero che c’è sempre tempo. Gesù ha il tempo e l’urgenza della nostra fame. Pensa la misericordia a partire dalle attese della gente, non da quello che noi abbiamo o possiamo dare. Questo è Vangelo vivo, che accoglie, assiste, accompagna….(continua).