“Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena” (1Gv 1, 1-4).
Questo annuncio che ci giunge dalle Scritture, dalla prima lettera di San Giovanni, è il cuore di quanto noi celebriamo, anche quest’anno, nelle feste del Natale.
Si manifesta la vita, nel Natale, nell’Incarnazione del Verbo eterno. E tante, tante mani hanno toccato il Verbo della vita.
Le mani di Maria e di Giuseppe, le mani dei pastori, le mani dei Magi, le mani di Anna e Simeone, le mani degli apostoli e dei discepoli, Le mani dei lebbrosi, dei ciechi, le mani delle folle e quelle della donna che toccano il lembo del mantello di Gesù. Le mani degli uomini cui Egli si consegna, le mani che lo catturano nell’orto degli ulivi, le mani che lo inchiodano alla croce. Le mani delle donne sotto la croce, le mani della Maddalena dopo la Risurrezione e le mani di Tommaso posate nel segno dei chiodi e nella ferita al costato (continua)…...