Dal 18 al 25 gennaio si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Intanto dai Paesi dell’est arrivano segnali di distensione tra gli ortodossi russi e ucraini.
Vi sono segnali di riconciliazione fra la Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca e quella del Patriarcato di Kiev in Ucraina. Quest’ultimo è nato in contemporanea con la scissione dell’Ucraina dalla Russia, alla caduta dell’Unione Sovietica ed è retta dal patriarca Filarete, scomunicato dall’ortodossia russa.
L’invasione russa della Crimea nel 2014 ha accresciuto la tensione: nell’oriente ucraino vi è una maggioranza di cristiani fedeli al Patriarcato di Mosca (il 21 per cento in tutta l’Ucraina); nel resto del Paese domina il Patriarcato di Kiev (il 25 per cento). Le diverse comunità limitano la libertà l’una dell’altra, sequestrano le chiese l’una dell’altra, si schierano con un esercito o l’altro, esprimono odio per una parte o per l’altra.
Ma qualcosa sta cambiando: al Sinodo straordinario dei vescovi ortodossi russi, tenutosi a Mosca agli inizi del dicembre scorso, i prelati hanno rivolto un appello alle giurisdizioni ortodosse «separate» dell’Ucraina per ripristinare la «comunione eucaristica e della preghiera», ricevendo in risposta una missiva del patriarca Filarete………
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