Il silenzio, il vuoto, l’immobilità, la stessa sofferenza, piombata nelle vite di tutti gli uomini veramente come un ladro nella notte, sono ormai realtà quotidiane per ognuno di noi. A differenza però di molti di noi, Johnny Dotti, scrittore, pedagogista, imprenditore sociale e docente a contratto di Analisi e gestione di fenomeni sociali complessi presso l’Università cattolica di Milano, ritiene che la vera sfida, per il futuro, non sia trovare il sistema per superarle, queste scomode compagne, quanto essere capaci a non lasciarle andare via. Lui, bergamasco, il virus è stato costretto a guardarlo in faccia, in famiglia, mentre nella cittadina lombarda i lutti si sommavano ai lutti e la morte era, ed è ancora, una sorella piuttosto invadente. Indugiando colpevolmente negli stereotipi, si potrebbe dire che, da bravo bergamasco, Dotti sia un uomo animato da una sana idiosincrasia per gli orpelli, un amante della concretezza e con un malcelato gusto nello scardinare gli schemi. Insomma, uno di quegli intellettuali che normalmente vengono definiti scomodi. Almeno da chi ritiene che la vita sia, o debba essere, una comoda passeggiata fra le proprie, granitiche, certezze…….
Ripartire dal silenzio
18 Aprile 2020 | 0 commenti