Non chiude mai. Il via vai nei pressi della “morgue” – obitorio – di Acapulco è continuo. «L’aeroporto», l’ha soprannominato Guadalupe, residente nella zona, con un pizzico di cinismo macabro messicano. I furgoncini arrivano e ripartono a ogni ora del giorno e della notte. Portano i corpi delle vittime dell’epidemia di violenza che dilania l’ex perla turistica del Pacifico. Nelle celle frigorifere non c’è più posto. I cadaveri vengono adagiati sul pavimento, chiusi in speciali sacchi neri. Le autopsie devono essere fatte a tamburo battente per “liberare lo spazio”. Lo stesso accade in tre quarti della nazione: la frontiera della cosiddetta “narco-guerra” è in piena espansione. Per questo, molti corpi rimangono per sempre anonimi: 35mila sono stati sepolti in fosse comuni senza essere identificati per mancanza di mezzi e tempo. La fila cresce all’assurdo ritmo di quasi un morto ogni quindici minuti: 3,7 all’ora, in base alle cifre elaborate da Semáforo delictivo e Lantia consultores per il Sistema di sicurezza nazionale. Si tratta, dunque, di dati ufficiali………
La Grande guerra della droga in Messico: 4 uccisi ogni ora
28 Luglio 2018 | 0 commenti