Il lavoro è in fase di profonda trasformazione ed è compito di tutti tenere gli occhi bene aperti per evitare di trovarci in situazioni di difficile gestione. Ancora una volta il pericolo si chiama disoccupazione tecnologica, non certo una novità per il capitalismo, ma la quarta rivoluzione industriale oggi in atto, potrebbe avere effetti più dirompenti delle precedenti. La nuova frontiera è rappresentata dai robot e dall’intelligenza artificiale, la così detta smart technology che ci sta portando verso la smart society , la società definita intelligente perché gestita dalle macchine. Con sicuri effetti positivi secondo il World Economic Forum perché «i nuovi dispositivi ci aiuteranno a gestire meglio non solo i problemi di natura domestica, urbana e commerciale, ma anche quelli legati ai cambiamenti climatici». Numerose ricerche, tuttavia, ci avvertono che la smart technology avrà anche ricadute preoccupanti sul lavoro. Per ammissione generale il settore che ne risentirà di più sarà quello manifatturiero, e per ironia della sorte i lavoratori maggiormente a rischio saranno quelli dei Paesi di recente industrializzazione.
Foxconn, l’azienda taiwanese che produce quasi la metà dei componenti elettronici destinati al consumo di massa e che ha tra i suoi clienti tutti i colossi del settore, da Apple a Microsoft, ha già intrapreso una lenta, ma costante, marcia verso l’automatizzazione. Nel 2016 ha ridotto la forza lavoro del suo stabilimento cinese di Kunshan da 110 mila a 50 mila persone grazie all’introduzione di robot che ha battezzato Foxbot…