Se avremo saputo nutrire di Cristo la nostra attesa, riceveremo in dono la comprensione del Natale come affermazione umile e risoluta del Dio che si è fatto uomo perché ha tanto amato il mondo. Questo renderà i cristiani capaci di narrare con il linguaggio della nostra cultura in continuo mutamento la perenne “buona notizia” che riguarda tutta l’umanità.
Cosa ci attendiamo dal Natale e cosa festeggiamo in quel giorno? La frenesia con cui viviamo le settimane che precedono la festa più popolare nel nostro Paese, per credenti e non credenti, ci parla di regali e di sprazzi di bontà in una vita minacciata dalla rivalità quotidiana; evoca intimità familiari in una società che sembra averne smarrito la centralità; promette riposo e svago ma li orienta verso una successiva miglior efficienza lavorativa
Eppure, proprio le mutate abitudini sociali dovrebbero ricondurre i cristiani all’essenziale della loro fede e a rendersi conto che la qualità del loro Natale dipende da come avranno alimentato la loro attesa del Signore che viene.