Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. (Mt 28,2).
Non è più il tempo di metterci una pietra sopra. Sotto il peso di quella pietra c’è il volto e il corpo di chi, forse anche il nostro, ha patito ingiustizia, violenza, offesa. Sotto il peso di quella pietra c’è la storia di una relazione, forse vissuta anche da noi, spezzata, consumata dall’egoismo, dal rifiuto, dall’indifferenza. Sotto il peso di quella pietra c’è il silenzio di parole mai dette, di gesti mai compiuti per un coraggio spento, il peso e il freddo di un silenzio di solitudine e di abbandono. Sotto il peso di quella pietra c’è il buio di un orizzonte chiuso dalla rassegnazione, dai tanti “ormai…”, “non c’è più niente da fare…”, “non cambia…”, “si è sempre fatto così…”, “credevo…speravo…invece”. Sotto il peso di quella pietra c’è una presenza irraggiungibile per lutto, per divisione consumata, per un passato che non si può riscrivere. So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. (Mt 28,5). Cristo ha abitato con il suo corpo, con il suo cuore, con il suo amore crocifisso e affidato la morte, tutte le nostre morti dietro quella pietra. Ora la pietra è rotolata e presieduta dall’angelo perché non ritorni più a schiacciare, a sigillare. Il luogo delle morti è stato svuotato. Dove abita Cristo c’è posto solo per la compassione, per la guarigione e la cura, per la speranza. “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. (Mt 28,7). Gesù Risorto, il Vivente, ci precede in Galilea, nella Galilea delle nostre quotidianità. Lo riconosceremo nelle parole che rigenerano alla vita, come le sue, nei gesti che riconsegnano la dignità, come i suoi, negli incontri che sanano ferite antiche e avvolgono nel mistero di una comunione profonda, come i suoi incontri, negli sguardi di tenerezza, come i suoi, che abbracciano e ci fanno sentire amati e spalancano orizzonti di speranza inaudita. Lo riconosceremo ogni volta che il nostro cuore sarà abitato dalla pace, dalla sua pace che è pienezza di vita e bellezza. Risorti con Lui, potremmo reciprocamente con i nostri corpi, con la nostra umanità farci ospitali della sua presenza viva e amorosa. Cristo è veramente risorto. Buona Pasqua!
don Corrado, don Davide, don Renato, Sabina, Elena, Francesco e Laura